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Camoranesi, Mauro German.

Calciatore argentino naturalizzato italiano. Dopo aver giocato in Argentina nell'Alvisi (1995-96), club di serie B, nel 1996 approdò in Messico, dove militò nel Santos Laguna (1996-97) e, dopo una parentesi al Banfield (1997-98), alla Cruz Azul di Città del Messico (1998-2000), con cui si distinse per le sue doti offensive. Trasferitosi in Italia, nel Verona (2000), fu uno degli artefici della salvezza rossoblù, non riuscendo tuttavia a evitare la retrocessione nell'annata 2001-02. Ingaggiato dalla Juventus (2002), si guadagnò subito il posto da titolare come centrocampista esterno destro. Con la maglia bianconera conquistò, oltre a due Supercoppa italiane (2002, 2003), gli scudetti del 2002-03, del 2004-05 e 2005-06 (gli ultimi due furono revocati dopo la sentenza di "calciopoli", luglio 2006). Ignorato dalla Nazionale argentina, nel 2003 gli fu attribuita la nazionalità italiana (il nonno era originario di Potenza Picena) in seguito alla quale fu convocato nella Nazionale italiana guidata da Giovanni Trapattoni. In maglia azzurra prese parte agli Europei del 2004 e ai Mondiali del 2006, dove contribuì concretamente alla conquista della Coppa del Mondo (n. Tandil 1976).
h1>Camorra. Voce dialettale napoletana. Associazione segreta di persone che intendono procacciarsi con ogni mezzo illecito, compresa la violenza, favori e guadagni. In particolare si dà questo nome alla malavita napoletana, corrispondente alla mafia siciliana. • St. - Le prime forme di organizzazione camorristica sorsero nel Regno di Napoli agli inizi del XIX sec. La c. era strutturata secondo una precisa scala gerarchica e seguiva rigide regole di comportamento. Alla base vi erano i picciotti di sgarro, seguiti dai tamburri masti o bottiglie, quindi dai reggi, i capitoni via via fino ai camorristi. Inizialmente fu protetta e favorita dai Borbone che utilizzavano i camorristi per compiti di polizia nei bassofondi e nelle carceri; Ferdinando II se ne servì anche durante le rivolte. In seguito la c. appoggiò politicamente i liberali e nel 1860 fornì un valido appoggio al prefetto Liborio Romano durante la cacciata dei Borbone, accrescendo così il proprio potere e diffondendosi in modo più capillare. Consolidatasi l'unità d'Italia, a partire dal 1863 lo Stato iniziò una campagna di repressione nei confronti della c. che iniziò a indebolirsi sensibilmente; tuttavia non scomparve mai del tutto, ma trovò dei canali più nascosti per continuare la sua opera di estorsione e violenza.